ABORTO

30.04.2014 10:32

La parola aborto deriva dal latino abortus, vocabolo composto dal participio passato del verbo orior, "nascere" e dalla particella negativa ab-, quindi letteralmente "morire nel nascere".
 In Italia, si definiva, in passato, come aborto un'interruzione della gravidanza avvenuta entro il 180º giorno dal concepimento. Nel corso di questi anni, tale indicazione in medicina è superata, e si preferisce indicare con tale termine l'interruzione della gravidanza in cui il feto non abbia raggiunto un peso minimo di 500 grammi all'atto dell'espulsione o estrazione dal corpo della donna, oppure, se il peso non è conosciuto, che non abbia raggiunto la 22ª settimana di gestazione o in alternativa l'altezza di 25 cm.

 Si parla invece di parto prematuro nel caso di un parto che si verifichi a partire dalla 22ª e prima della 37ª settimana di gestazione compiuta e, in caso di morte del feto in utero, dopo la 22ª settimana di età gestazionale non si parla più di aborto, ma di morte endouterina fetale.

 

Legge sull’aborto

La legge sull’aborto risale in Italia ad anni piuttosto recenti. Prima del 1978 la disciplina penale considerava l’aborto provocato intenzionalmente come un grave reato, per il quale erano previste sanzioni piuttosto severe contenute nel titolo X del libro II del codice penale. Tuttavia la Corte Costituzionale, pur ritenendo che “la tutela del concepito ha fondamento costituzionale” (art. 2 della Costituzione in difesa dei diritti inviolabili dell’uomo), si espresse in favore dell’interruzione della gravidanza (indicata con la sigla IVG) se giustificata da motivi molto gravi (sentenza n. 27 del 18/2/1975).

Negli anni tra il 1991 e il 2004 la legge rimasta in vigore è sempre la stessa e si seguono le seguenti regole riportare nella legge.

                                                                                                                                                                                                                                                                      L’aborto è cambiato però, prima degli anni 90 non veniva “curato” cioè avveniva  solo una perdita di sangue e il feto veniva riassorbito dal corpo della donna, al giorno d’oggi, dagli anni 90 in poi, viene usato il metodo del “raschiamento” ovvero una pulitura completa dell’utero della donna con l’estrazione del feto.